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Gavorrano è un comune della provincia di Grosseto con poco più di 8.500 abitanti, dista dal capoluogo circa 38 km. Il paese è situato sul versante settentrionale di Poggio Ballone a est di Scarlino, in una zona estremamente ricca dal punto di vista minerario, soprattutto per i grandi giacimenti di pirite sfruttati intensamente fino ai primi anni ottanta con numerose miniere.
Qui vi trovò la morte Pia dei Tolomei (Siena mi fe',disfecemi Maremma) e per aver dato i natali allo scrittore Giuseppe Bandi.
Il territorio comunale si estende tra la pianura della Maremma grossetana, il versante settentrionale dei rilievi del massiccio di Poggio Ballone e le prime propaggini dell'entroterra che costituiscono l'estremità sud-orientale delle Colline Metallifere propriamente dette. Confina a nord con il comune di Massa Marittima, a est con il comune di Roccastrada, a sud-est con il comune di Grosseto, a sud con il comune di Castiglione della Pescaia e a ovest con il comune di Scarlino.
L'altitudine varia dai 19 metri s.l.m. che si registrano presso Giuncarico ai 448 metri s.l.m. di Monte Calvo, ai cui piedi settentrionali sorge a 273 metri s.l.m. il centro di Gavorrano.

Frazioni : Bagno di Gavorrano,Filare,Caldana,Castellaccia,Grilli,
Giuncarico,Potassa,Ravi,Bivio di Ravi.

Mostra Archeologica



Mostra archeologica "Aristocrazie Agricoltura Commercio" a Santa Teresa di Gavorrano Gavorrano: Il Comune di Gavorrano per questa area ha finanziato per tre anni (2005 - 2006- 2007) le campagne di indagini archeologiche a cura del Dipartimento di Scienze dell'Antichità "Giorgio Pasquali" dell'Università degli Studi di Firenze, dirette dal prof. professor Luigi Donati, etruscologo. Molto importanti e di grande valore scientifico sono i reperti e i dati emersi dagli scavi, che ci parlano del passato etrusco di Gavorrano. E' stato infatti possibile delineare la configurazione di un piccolo insediamento immerso nell'ambiente rurale della tenuta di Santa Teresa (composto da alcune fattorie con annesso sepolcreto) ad economia agricola ma anche connotato da attività metallurgica e di lavorazione delle risorse minerarie presenti nella zona. A pochi metri dalla piccola necropoli di Santa Teresa sono state trovate tracce evidenti dell'insediamento abitativo e lavorativo, solo che i massicci lavori agricoli effettuati negli anni '60 e '70 hanno in pratica cancellato ogni più consistente reperto di abitazione che poteva esserci. Si tratta di cinque abitazioni, di cui tre nella parte coltivata e due in quella boschiva. Benché delle strutture restino, nel migliore dei casi, solo qualche pietra di fondazione e frammenti di tegole della copertura, la loro disposizione isolata, a una certa distanza l'una dall'altra, consente di ravvisarvi altrettante fattorie. Particolarmente importanti sono i dati emersi da una tomba a fossa inviolata (le altre erano già state visitate, probabilmente con scavi clandestini nel '700) ancora integra e con i suoi sigilli in pietra. Questa ha restituito, fra l'altro, due raffinati vasi (kyathoi) di bucchero sottile. Le tombe erano probabilmente a servizio di un piccolo insediamento abitativo di un nucleo familiare ricco, un clan gentilizio insediatosi nell'area di Santa Teresa nel momento più fulgido della civiltà etrusca consolidandosi numericamente per qualche generazione per poi scomparire in maniera repentina, sembra, nel giro di un secolo e mezzo circa (dalla metà del VII e la fine del VI secolo a.C.). La mostra è visitabile (ad ingresso gratuito): Luglio ed agosto dal martedì al sabato dalle ore 16,00 alle ore 20,00; la domenica dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 20,00 Settembre il sabato e la domenica dalle ore 10,00 alle ore 13,00 Ottobre, novembre e dicembre la domenica e i festivi dalle ore 10,00 alle ore 13,00